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mercoledì 13 aprile 2011

Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis...che romanticoooooo

Ho visitato le mie montagne, ho visitato il lago de' cinque fonti, ho salutato per sempre le selve, i campi, il cielo. O mie solitudini! o rivo, che mi hai la prima volta insegnato la casa di quella fanciulla celeste! quante volte ho sparpagliato i fiori su le tue acque che passavano sotto le sue finestre! quante volte ho passeggiato con Teresa per le tue sponde, mentr'io inebbriandomi della voluttà di adorarla, vuotava a gran sorsi il calice della morte.
Sacro gelso! ti ho pure adorato; ti ho pure lasciati gli ultimi gemiti, e gli ultimi ringraziamenti. Mi sono prostrato, o mia Teresa, presso a quel tronco; e quell'erba ha dianzi bevute le più dolci lagrime ch'io abbia versato mai; mi pareva ancora calda dell'orma del tuo corpo divino; mi pareva ancora odorosa. Beata sera! come tu sei stampata nel mio petto! - io stava seduto al tuo fianco, o Teresa, e il raggio della luna penetrando fra i rami illuminava il tuo angelico viso! io vidi scorrere su le tue guance una lagrima; e la ho succhiata, e le nostre labbra, e i nostri respiri, si sono confusi, e l'anima mia si trasfondea nel tuo petto. Era la sera de' 13 Maggio era giorno di giovedì. Da indi in qua non è passato momento ch'io non mi sia confortato con la ricordanza di quella sera: mi sono reputato persona sacra, e non ho degnata più alcuna donna di un guardo credendola immeritevole di me - di me che ho sentita tutta la beatitudine di un tuo bacio.

lunedì 21 febbraio 2011

Epoca : IL Settecento - Chardin, Jean Simeon

Un ottimo pittore da cui prendere spunto per rappresentare  il 700 secondo me è Chardin Jean Simeon ,  pittore francese che dipinge  i suoi soggetti nella maniera più realistica possibile , raffinato nel colore e con una resa straordiaria della luce. Da notare "Il giovane disegnatore" e "La bambina col volano".

venerdì 18 febbraio 2011

L' IDENTITA' ITALIANA DERIVA DALLE LETTERE..

Nei primi decenni del XIX secolo la maggior parte degli italiani, il «popolo», parla il dialetto. L’italiano è la lingua scritta delle opere letterarie, quella degli intellettuali, eccetto che a Firenze o in Toscana. In Lombardia o in Veneto, è il dialetto la lingua della vita sociale che convive con l’uso del francese, lingua di comunicazione europea. Manzoni è un uomo del Nord, lombardo ed europeo, che non conosce l’Italia meridionale e centrale. Tuttavia sente la necessità di procedere all’unificazione politico-culturale tramite la scelta di una lingua che si modelli su quella letteraria e sul toscano. Non c’è cultura nazionale senza lingua. L’Italia, come Paese, non esiste senza una cultura nazionale che si esprima in una sua lingua. Manzoni investe sull’italiano. Questo è il grande contributo dei Promessi sposi: è una storia degli umili, in anni tempestosi di anarchia e decadenza, che parla italiano ed è scritta per gli italiani, mentre, allo stesso tempo, si qualifica come un’opera italiana di grande rilievo in Europa. La realtà è, però, che I promessi sposi furono il grande libro italiano, il testo della lingua unitaria per eccellenza, su cui imparare a scrivere, da memorizzare e da imitare. Questa è la funzione nazionale che, prima e dopo l’Unità, venne svolta dal romanzo storico di Manzoni. I Promessi sposi sono, in un certo senso, il libro della nazione.

I promessi sposi si collocano all’inizio della storia linguistico- culturale italiana che precede di pochi anni la nascita dello Stato unitario e l’affermarsi dell’Italia come nazione. Restano un’opera che accompagna la crescita dello spessore nazionale e l’identificazione di crescenti gruppi sociali nel destino nazionale. Questo avviene non solo per la funzione «politica» del libro, ma perché è un romanzo di grande valore.

L’opera nacque in una stagione storica in cui si poneva il problema dell’identità italiana in una penisola divisa in tanti Stati. Manzoni cominciò a lavorarci il 24 aprile 1821 (con il titolo di Fermo e Lucia), quando sembrava che la rivoluzione piemontese dovesse estendersi alla Lombardia. Ma gli italiani all’inizio dell’Ottocento erano ben lontani dall’immagine manzoniana di una gente «una». Solo per gli intellettuali esisteva una specie di «repubblica delle lettere», insomma una coscienza letteraria italiana, ma senza caratteri politici.

BRUSHES

: i pennelli sintetici hanno setole meno porose e quindi più adatte per stendere i fluidi, mentre quelle naturali sono perfette per le polveri  -http://www.vogue.it/beauty/beauty-in-vogue/2011/01/like-a-painter-